Scarpe da ginnastica, zainetto sulle spalle, qualche panino con la frittata e via. Si va… destinazione Sant’Antonio di Apice. La notte tra il 12 e il 13 giugno i venticanesi, ma in generale i pellegrini del circondario, hanno l’usanza di raggiungere a piedi il Santuario dedicato a S. Antonio di Padova, all’interno dell’omonimo convento, nei pressi della cittadina di Apice. E’ una tradizione, e come tutte le tradizioni va rispettata. Con questo articolo descriverò il percorso del venticanese, con la speranza di far rivivere ricordi a chi lo ha fatto e a chi da anni non lo fa.
Il percorso
- 13 km circa è il tragitto da Venticano al Convento.
- C'è chi parte la notte e chi all'alba. Ma il venticanese parte tra le 00:00 e le 01:00.
- Parte dalla Piazza, o meglio parte dal bar.
- Poi prosegue, anche se in realtà faceva (l'uso dell'imperfetto non è casuale) una seconda tappa un po' "rumorosa" a pochi metri dalla piazza... a buon intenditore poche parole.
- Tra qualche cantata e qualche risata raggiunge la zona industriale di Venticano. E lì, forse ad un km di distanza dalla piazza, si deve necessariamente fermare. Perché dopo un km, con una bella comitiva alle spalle, all'una di notte, uno spuntino e un brindisino ci stanno!
- Poi c'è chi si ferma al bivio di Castel del Lago e chi prosegue alla volta di Apice.
- Subito dopo l'incrocio per Apice, c'è una stradina che forse porta ad un vecchio casolare, non l'ho mai capito, anche quello è luogo di sosta.
- Tra risate, chiacchiere e saluti ai pellegrini prosegue.
- Il tragitto è lungo, le salite si fanno sentire, l'umidità abbraccia i corpi. Ma la stanchezza no, quella passa in secondo piano.
- Il venticanese prosegue il suo tragitto, fino al cimitero.
- Ma davanti al cimitero di Apice non c'è scelta. O si ferma o si ferma.
- Dopo la sosta, il venticanese deve decidere se: proseguire tra i vari tornanti o sfidare ogni capacità atletica, fisica e salutare cioè proseguire per la temutissima SCORCIATOIA. Il percorso si riduce ma...
- ...Ma le salite in terra ripidissime, le strettoie, le lotte contro le erbacce: la scorciatoia è davvero per i più temerari.
- Alla fine di questa stradina, arriva al pozzo che congiunge le due strade.
- Infine il venticanese per raggiungere il santuario percorre il tragitto della "via crucis".
La colazione, la prima messa e il ritorno al paese.
Dopo 13 km percorsi di notte, tra l’umidità e la stanchezza si arriva al santuario. Tra un caffè e un cornetto, c’è chi prende posto in Chiesa e chi si riposa sulla scalinata bianca. Dopo la prima messa, celebrata dal famosissimo Padre Raimondo, si ritorna a casa, con l’auto parcheggiata lì dalla sera prima.
Andare al santuario di Sant’Antonio ad Apice a piedi, la notte tra il 12 e il 13 giugno, è un po’ uno stato mentale, un tradizione che onoravano i nostri genitori e forse chissà anche i nostri nonni. Quello di oggi è un po’ un tour virtuale, per far rivivere momenti, forse anche nostalgici, a chi da tempo non percorre più quella strada in questo giorno. C’è chi ogni anno rispetta questa usanza, chi l’ha rispettata una sola volta e chi qualche anno si e qualche anno no.
Quest’anno sarà diverso con le comitive sicuramente ridotte e le celebrazioni all’esterno della Chiesa. Non ci sarà nessuna festa, nessun fuoco pirotecnico. Ma la voglia di ripercorrere quella strada, lamentarsi per il freddo e la stanchezza, quella non manca mai. “Buon S. Antonio a tutti”!
Blogger Venticano. Ciao a tutti mi presento: sono Emanuela vivo a Venticano e ho 24 anni. Studio Giurisprudenza alla “Sapienza di Roma” e nonostante potrei essere definita ” studentessa fuori sede”, ho deciso di viaggiare costantemente tra la capitale e il mio paese, vivendo nella maggior parte del tempo a Venticano. Perchè? Perchè Venticano ha bisogno di Giovani e di forze giovanili, di ragazzi che vivono il Paese e si mobilitano per esso e per la comunità. Vi lancio una sfida, per voi è più coraggioso chi decide di restare in un piccolo Paese e di costruirsi lì proprio futuro o chi invece “emigra” verso le grandi città piene di opportunità?
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