San Pompilio Maria Pirrotti

Montecalvo: sulle orme di san Pompilio

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San Pompilio Maria Pirrotti
Foto di Gianluca Cardinale

Bentrovati amici di Irpinia World! Oggi vi parlo della straordinaria vita di san Pompilio Maria Pirrotti, nato a Montecalvo agli inizi del XVIII secolo ed oggi venerato finanche in America Latina. Un cammino fatto di fede e cultura nonché un grande messaggio di speranza che non può lasciare indifferenti.

San Pompilio, il santo montecalvese

Come raccontare la vita di questa figura così carismatica e a suo modo rivoluzionaria? Potremmo cominciare facendo un viaggio nel tempo, immaginando di trovarci a Montecalvo e più precisamente nei pressi del palazzo dei Pirrotti, una delle più importanti famiglie del paese. Siamo nell’anno 1710 ed oggi è il 29 settembre. Le parole rimbalzano da una finestra all’altra in un passaparola tra vicini di casa, compari, parenti e semplici passanti: è nato il figlio di don Girolamo e donna Orsola Bozzuti ed in casa Pirrotti è grande festa; il neonato è stato chiamato Domenico Michele Giovan Battista.

È il sesto di quelli che in seguito saranno undici figli; sarà il figlio su cui il padre riporrà le sue speranze per amministrare gli affari di famiglia e della cui educazione e cultura si prenderà personalmente cura passando con lui tante ore, soprattutto nella biblioteca del vicino convento intitolato a sant’Antonio da Padova. Ma le cose andranno in modo molto diverso…

Gli anni giovanili e la grande scelta

Fino dall’infanzia il giovane Domenico mostra particolare interesse per lo studio e la fede; trascorre ore ed ore sui libri ed allo stesso modo si dedica alla preghiera. La fede cristiana in famiglia è fortemente radicata e non a caso quattro fratelli prima di lui scelgono la via del Signore. Tanti sono i pomeriggi nelle varie chiese di una Montecalvo settecentesca dove in lui cresce man mano, quel desiderio di emulare i fratelli. D’un tratto però la sua giovane vita viene sconvolta da un tragico evento: nella vicina Benevento viene improvvisamente a mancare suo fratello Pompilio, seminarista di 19 anni; per il piccolo Domenico è il primo incontro con il mistero della morte. Da questo momento il fanciullo si chiude sempre di più nella preghiera al punto tale da prendere, nonostante i suoi 16 anni di età, la consapevolezza di voler dedicare la propria esistenza a Dio.

Sono giorni difficili per Domenico, conscio dei pregressi progetti familiari per lui e della contrarietà dei genitori a tale scelta e così non resta che un’unica soluzione: scappare di casa e raggiungere il convento di San Nicola dei padri delle Scuole Pie a Benevento dove ad accoglierlo ci sarà padre Niccolò, che tanto gli ha insegnato e a cui tante volte aveva espresso la sua più intima volontà. A nulla servirà l’arrivo tempestivo di don Girolamo nella città sannita per dissuadere il figlio: a nulla serviranno la sua delusione e la sua rabbia, le stesse provate dopo aver letto la lettera d’addio lasciata da Domenico in casa Pirrotti la notte precedente. Oramai l’importante decisione è stata presa.

Stemma della famiglia di San Pompilio
Fonte: Facebook @Montecalvo Irpino Museo Diffuso

Il difficile cammino di chi scelse di essere dotto e santo insieme

Dopo la parentesi sannita è tempo per Domenico di iniziare il noviziato a Napoli ma è anche tempo di morire al mondo e cambiare nome: la scelta non poteva che cadere su Pompilio in memoria del fratello religioso venuto a mancare qualche anno prima. Quelli a seguire saranno anni molto impegnativi per padre Pompilio: sarà impegnato infatti prima a Chieti, per poi essere a Melfi, Brindisi, Lanciano e Napoli oltre ad altre città. Di fianco alla sua missione di educatore in seminario si affianca quella di infaticabile predicatore di fede e speranza, come ad esempio fece a Napoli dove parlava e portava speranza tra le classi sociali più basse, incurante dei continui richiami dai “piani alti” timorosi di rivolte popolari. Fu per tale motivo trasferito più volte ma mai fermò la sua missione.

Aveva sempre tempo per i bimbi che gli chiedevano di che sfamarsi; a questi regalava sempre un pezzo di pane abbrustolito e un rosario così come tanti furono i miracoli a lui attribuiti, tra cui quello del pozzo o quello in occasione di una grande carestia in Campi Salentina (ma di questi vi parlerò in un’altra occasione). Fu proprio nel paese leccese che il figlio più illustre di Montecalvo spirò in aria di santità nel 1766. Fu canonizzato nel 1934.

San Pompilio, Mamma Bella e il mistero della morte

Il rapporto tra san Pompilio e il mistero della morte è tutt’altro che scontato; dopo il primo contatto negli anni giovanili in occasione della dipartita del fratello seminarista, questo legame sarà sempre presente nella sua vita. 

Pensate ad un futuro santo che dialogava con le anime dei defunti, immaginate la figura di un teschio umano, simbolo della morte stessa, che appare per miracolo nell’occhio di una Madonna ritrovata in casa Pirrotti tra le macerie; è una storia straordinaria quella di san Pompilio e della ritrovata “Mamma Bella”, ma di questo vi parlerò in un’altra occasione.

Alla prossima!

Scritta commemorativa sulla facciata del museo.
Foto di Gianluca Cardinale
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