Ognuno vede il buio per ciò che è, o non è. In questa giornata speciale, che il culto viva, anche da qui nel ricordo di chi fece delle tenebre la luce del cammino della propria vita.
Morra e la notte
Eretti cavalieri impetuosi
nella notte del buio profondo
quando il sogno riceve l’avvio
nel disegno contorto
sputan i colori
da spazi finiti
di dèi urlanti
assordati da flauti
imperanti.
Che sia il giudizio,
dal buio dell’abisso
che cerca riparo
nei vicoli ombrosi
di chi attende sognando
il ritorno del culto.
O Morra celata
tu che conservi
il mio pensiero
sii sposa del mio aspettare
veglia nel sonno
e di cieli sereni
di stelle celate
e mondi sommersi.
O Morra notturna
dai vicoli di serpenti
e pietre e vestigia
di antiche genti
il mistero conservi
di monumenti possenti
in connubio perenne
tra oriente ed occidente.
Morra presente,
Morra lontana,
porta il lamento
fino alla soglia del cieco
e manda il mio pensiero
a chi disvelò il velo
e degli incubi il signore,
a Providence nacque
il figlio migliore.
Morra ammantata,
Morra crudele
che alla fine,
attendente,
anche della Nera Signora,
in strane ère,
la traccia scompare,
per aprire le porte
a chi fu imprigionato,
e del Tempo che scorre
non fu mai dominato.
Morra la fine,
Morra l’inizio,
non sono che un figlio
del Maestro indiscusso
e tra i vicoli oscuri
albeggiando attendo
che arrivi il momento
di conoscere il Vero.
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