San Guglielmo da Vercelli

Santi Irpini: San Guglielmo da Vercelli. Protettore dell’Irpinia

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San Guglielmo da Vercelli
L'apparizione di San Guglielmo - Vincenzo Volpe (1894)

Cari amici,

ben ritrovati, quest’oggi vi parlerò del Santo Protettore dell’Irpinia: San Guglilemo da Vercelli, la cui festa cade il 25 giugno. Egli fu abate ed eremita ed è noto a più come il fondatore dell’ordine Verginiano, che aveva sede nel Santuario irpino di Montevergine.  

Il Santorale irpino

Il Santorale irpino comprende vari culti di Santi maggiori o minori, irpini e non.

Irpinia World già precedentemente sì è occupata della storia e del culto di vari Santi irpini – o considerati come tali – : come Sant’Ottone Frangipane, San Gerardo Maiella o la serva di Dio Rachelina Ambrosini.

Con quest’articolo s’inizia una serie di trafiletti specifici dedicati ai Santi, considerati in un certo senso irpini o che hanno avuto a che fare con l’Irpinia.

San Guglielmo da Vercelli

Ci è sembrato giusto iniziare questo percorso nel santoriale irpino attraverso il Santo Patrono dell’Irpinia: San Guglielmo da Vercelli.

La vita

Guglielmo da Vercelli fu un abate ed eremita, nonché fondatore della Congregazione monastica di Montevergine, meglio nota come Verginiani.  

La sua vita ci è nota attraverso un testo manoscritto del XIII secolo, intitolato “De vita et obitu santi Gulielmi confessoris et heremitae”.

Secondo il manoscritto Guglielmo, originario di Vercelli, nacque verso il 1085 da una nobile famiglia. Rimasto orfano lasciò ogni avere e si mise in cammino verso i maggiori santuari della Cristianità.

San Guglielmo da Vercelli
San Guglielmo da Vercelli

Giunto nell’Italia Meridionale conobbe il futuro Giovanni da Matera e nacque in lui il desiderio di diventare eremita come lo stesso Giovanni.

Seguito da vari uomini e donne, su invito di san Giovanni da Matera, Guglielmo nel 1124 fondò il monastero di Montevergine, il quale fu la casa madre della sua congregazione e molti altri monasteri, sia femminili che maschili, in tutta l’Italia meridionale.

Nel 1128 lasciò la guida della nuova congregazione e si dedicò completamente alla vita eremitica. Seguito da ulteriori compagni, nel 1133, fondò, nella piana del Goleto (oggi in tenimento di Sant’Angelo dei Lombardi), il monastero maschile e femminile del SS. Salvatore.

Morì il 24 giugno 1142 nel monastero del Goleto. Dopo i funerali il suo corpo venne seppellito nello stesso monastero dove è rimasto fino al 2 settembre 1807, quando venne trasferito nell’abazia di Montevergine. 

Attualmente i suoi resti si venerano nell’abazia di Montevergine. 

il culto

La sua tomba al Goleto fu il punto focale del suo culto. Da lì si diffuse in tutti i monasteri verginiani e nei luoghi dove aveva vissuto come eremita.

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Per quanto riguarda il mondo cattolico, il suo culto fu prima circoscritto solo a tutto l’Ordine Benedettino e alla diocesi di Vercelli, poi, dal 1728 a tutto il Regno di Napoli. Solo a partire dal 24 agosto 1785 il suo culto fu reso pubblico ed esteso a tutto il mondo cattolica.

Dal 7 giugno 1942 è patrono primario dell’Irpinia.

La sua festa si celebra il 25 giugno. A Montevergine si festeggia anche il 2 settembre, data anniversario della traslazione del suo corpo.

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l'iconografia

L’evoluzione iconografica di San Guglielmo da Vercelli ha subito nel tempo una lenta evoluzione.

In origine era rappresentato come un eremita con la tunica nera, segnata da alcune croci, il bastone dei pellegrini. Poi, con la diffusione del suo culto e lo sviluppo dell’ordine Verginiano, è stato rappresentato come un monaco benedettino, dal saio bianco.

San Gugliemo
La statua di San Guglielmo venerata nel monastero del Goleto (Sant'Angelo dei Lombardi)

L’iconografia standardizzata prevede che il Santo sia rappresentato come un santo Abate e quindi con il pastorale nella mano sinistra, la croce al collo, l’abito dell’ordine che lui ha fondato, la congregazione di Montevergine, simile a quello dei benedettini.

L’Elemento caratterizzante della sua iconografia è il lupo, che può essere rappresentato sulle zampe vicino al Santo o accovacciato con l’espressione intimorito ai piedi dello stesso.

L’animale vuole ricordare un episodio legato alla costruzione del monastero di Montevergine, quando un lupo uccise l’asino del Santo che veniva utilizzato per trasportare le pietre per l’edificazione del monastero.

Rimasto senza animale da soma, san Guglielmo con un segno di croce, ammansì il lupo e l’obbligo a sostituire il suo asino.      

Il cammino di San Guglielmo da Vercelli

Nel 2012 il Touring club “Paesi d’Irpinia”, in ricordo e in onore di San Guglielmo, patrono d’Irpinia, ha ideato, con la collaborazioni con vari enti, “il Cammino di Guglielmo”, un percorso a piedi, ogni anni diverso, che unisce tutti i luoghi visitati da San Guglielmo durante la sua vita.

L’inizio cambia ogni anno, la meta finale, invece, è sempre la stessa, l’abazia del Goleto, il luogo dove il santo è morto nel 1142.

Un evento molto semplice che unisce pellegrini e viaggiatori dell’Irpinia e dell’Italia, che ogni anno, tutti insieme, tra primavera ed estate, ricordano san Guglielmo. 

Cari amici, ora qui vi lascio, ma vi aspetto al prossimo appuntamento per parlare ancora di altri santi irpini.

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