Cari amici, ben tornati a questo appuntamento periodico.
Credo che una delle nostre prime chiacchierate debba essere dedicata proprio al nome di Grottaminarda e al suo significato.
Grottaminarda è un nome particolare che accende la fantasia e apre varie domande. Infatti, fin da piccolo mi sono sempre chiesto cosa fosse questa Minarda. Sul nome Grotta non avevo dubbi.
Ma partiamo dagli inizi.
Il nome Grottaminarda
Nei documenti più antichi, il nome, o il toponimo, non si presenta nella forma “Grottaminarda“, ma nella forma primitiva “Grotta” / “Grotte“, da cui deriva anche il nome dei suoi abitanti, i grottesi.
La seconda parte del nome, “Minarda”, “Menandra” o“Maynarda“, venne aggiunta quasi ottocento anni fa dall’Imperatore Federico II di Svevia, Re di Sicilia (o di Napoli).
Sul perché di questa aggiunta, ormai tutti sono concordi. Venne aggiunto per evitare la confusione con le altre località omonime del Regno.
La prima parte del nome è chiara; prende origine dalle decine di grotte naturali, di cui è disseminato il sottosuolo grottese.
La seconda parte, invece, è difficile interpretazione. Esistono varie ipotesi.
Un nome dai molti significati
La spiegazione ufficiale vuole che Minarda derivi dal nome germanico Mainardo, con cui si identificava un personaggio creduto il fondatore eponimo di Grottaminarda, ma di cui non esiste nessuna traccia nella documentazione superstite.
Accanto a questa non mancano altre interpretazioni.
Una delle più antiche vuole che il nome Minarda derivi da Minerva, dalla dea Minerva per la precisione. Di conseguenza Minarda altro non sarebbe che una versione corrotta del nome Minerva.
Tuttavia, considerato che la versione più antica del nome era Maynarda, si è ipotizzato che il nome derivasse da “Maine”, l’antica provincia francese da cui, secondo la tradizione, dovrebbero provenire i primi signori del paese, i Trogisii o i Sanseverino.
Qualche altro, invece, ha ipotizzato che il nome derivi dai Monti della Meta, noti anche come monti della Mainarde (al confine tra il Lazio e il Molise), i quali rientravano nei possedimenti d’Aquino, già feudatari di Grottaminarda.
Qualcun’altro ha anche ipotizzato che il nome derivasse da una qualche miniera di rame situata nella zona, ma se una tale miniera fosse realmente esistita, io l’ignoro sinceramente.
Esiste però anche un’altro spiegazione. Secondo me, la più bella e fantasiosa di tutte.
Il nome Minarda o Mainarda sarebbe derivato dal nome di una strega, Menandra, la quale secondo un’antica tradizione sarebbe nata e vissuta in una delle grotte grottesi.
La strega Menandra
A parte il nome e la località di residenza, di Menandra non si sa quasi niente. Qualcosa in più si può dedurre dalla tradizione magico popolare Sannita – Irpina. Menandra era, infatti, una delle janare di Benevento.
Grottaminarda dista ad appena 25 km da Benevento, ed è risaputo che la città sannita sia da secoli la città delle streghe, o meglio delle janare.
Le janare sono una particolare categoria di streghe che popolano la tradizione agreste irpino-sannita. Il loro nome derivava da “Dianara”, ossia “sacerdotessa di Diana” o dal latino “ianua”, porta.
Secondo la tradizione, tutte le donne nate la vigilia di Natale, ovvero il 24 dicembre, erano destinate a diventare janare.
È fin troppo noto che queste streghe si riunivano – sempre secondo la tradizione – sotto un grande noce situato a Benevento, lungo le sponde del fiume Sabato, dove si tenevano dei ritrovi in onore del demonio (i cosiddetti sabbà).
Menandra e le streghe oggi
Oggi Menandra è totalmente dimenticata. Nessuno la ricorda eppure fino a qualche secolo fa il suo nome era ben vivo nella tradizione grottese, come viva è stata fino alla metà del Novecento la cultura delle fattucchiere o, meglio ancora, delle “maciare” che realizzavano principalmente dei malocchi o degli “affascini”, ma anche dei filtri d’amore.
Le storie antiche dei grottesi sono piene di questi affascini.
Non manca però nemmeno il ricordo di qualche strega particolare, più recente, come la “Zuccolara”, che fa sentire la sua presenza con un rumore di zoccoli di cavalli, o “Maria lo longa”, che vive nei pozzi o nei fossi e che tira giù chi osa avvicinarsi troppo agli stessi.
Ma ora vi lascio un avvertimento.
Se si chiede di magia ad un grottese il primo pensiero va sicuramente alle zingare, note soprattutto per essere eccellenti chiromanti, ma state attenti a pronunciare la parola “zingaro” apertamente ai grottesi, si potrebbe urtare la loro suscettibilità, in quanto uno dei tanti soprannomi dati ai grottesi è proprio quello di zingari.
Come avrete certamente notato non si parla di soprannome ma di soprannomi, i grottesi infatti sono stati appellati con varie definizioni e sarebbe simpatico ricordarli tutti, ma non ora.
Oggi ci siamo già dilungati troppo, forse parleremo dei soprannomi o dei blasoni popolari in uno dei prossimi appuntamenti.
Vi aspetto!
Blogger Grottaminarda. La Pro Loco Grottaminarda nasce nel 1980 per favorire la conoscenza, la promozione e la valorizzazione della cultura e l’identità grottese.
Il referente per Grottaminarda e per la Pro Loco Grottaminarda sarà Raffaele Masiello, un appassionato della storia grottese, e irpina in generale, che ha collaborato a vari progetti culturali, sia per il proprio paese, sia per i paesi limitrofi.