Bentornati!
Comincia, quindi, il nostro viaggio insieme ad Irpinia World tra i vicoli, passati e presenti, di Montefalcione.
Il Sentiero Ripa
Accedendo al paese dal lato Sud-Ovest, provenendo da Serra, si arriva ai piedi di uno dei tre colli che fanno parte dell’agro montefalcionese, la collina nota col nome di Castello. Il nome deriva dalla struttura edificata sulla sua cima nel XII sec. , il primo nucleo dal quale in seguito si sviluppò l’intero centro abitato di Montefalcione. Per accedere alla collina da questo lato bisogna seguire l’antico percorso noto come Sentiero Ripa, dal 2005 ristrutturato ed abbellito con le statue ad opera del Prof. Giuseppe Martignetti rappresentanti le varie stazioni della Via Crucis.
Il sentiero Ripa rappresentava il percorso che i primi abitanti del borgo seguivano per raggiungere l’area oggi nota con il nome di Foresta, una zona di aperta campagna per lo più visitata con lo scopo di raccogliere acqua dalle sorgenti naturali ancora oggi ivi presenti.
E’ da qui che decido di cominciare a salire lungo il percorso restaurato, affiancato dalle spettacolari rappresentazioni della Passione di Cristo, silenziosi e solidi guardiani che riempiono l’atmosfera di sacralità e mistero.
Sulla sinistra lo sguardo è interrotto dalla vegetazione che ricopre la solida roccia del colle, mentre sulla destra comincia a dipanarsi lo spettacolo delle valli e dei monti che circondano Montefalcione.
A circa metà del cammino che porta all’entrata del paese è possibile soffermarsi ad osservare il rilievo di Candida, dall’altro lato della valle e, più in lontananza verso ovest, il Monte Partenio e il Santuario di Montevergine sul fianco della montagna. Un mare di onde verdi, la campagna irpina da qui pare viva, la si sente vibrare di suoni e profumi. E’ il luogo perfetto per osservare il susseguirsi delle stagioni che alterna eternamente i colori dell’anno che passa sulla tela che noi chiamiamo casa.
Lungo il cammino, per un breve tratto, la vegetazione si interrompe e la collina mostra la pura roccia calcarea, il suo vero volto, segnato da crepe e spuntoni; e tra queste imperfezioni si apre un antro scuro e profondo: Cava di Peppone la chiamano alcuni, o Grotta del Capitano. Un luogo che merita un racconto tutto proprio. Pochi metri più su, tra le ultime tappe della Via Crucis, arriviamo finalmente a ciò che resta delle antiche mura di cinta del paese.
Porta Ripa
Scavato nelle mura, un magnifico arco dava accesso al Borgo; si tratta di Porta Ripa II, l’unico rimasto degli originali due accessi al primissimo nucleo di Montefalcione.
Costruita nel sec. XII, scavata nelle mura di cinta di cui oggi resta in piedi pochissimo, gran parte di esse inglobate nelle costruzioni moderne, Porta Ripa è quanto di più prossimo ci sia rimasto di come il paese doveva apparire agli occhi di chi vi accedeva nel sex. XII.
Sulla sinistra di Porta Ripa è ancora visibile una piccola colonna in pietra locale incastonata nelle mura. Sulla sua superficie si riconoscono delle incisioni, probabilmente in latino. La storia vuole che questo fosse un avvertimento ai cittadini di rientrare in paese prima del calar delle tenebre. Purtroppo le incisioni non sono più leggibili, rendendo impossibile confermare la funzione di tale oggetto. E’ molto probabile, però, che la colonna provenisse in origine da un’antica villa romana e che sia stata solo successivamente aggiunta alla Porta.
Attraverso l’arco della porta un vento perenne accoglie chi accede al paese. Mi fermo per un ultimo istante a guardare il panorama alla mie spalle. Una volta attraversate le mura siamo nella parte più antica di Montefalcione.
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Articolo a cura di Davide Lepore di Explore Montefalcione
Blogger Montefalcione.
ExploreMontefalcione è un progetto nato dalla passione per la storia e le tradizioni locali e sostenuto dall’affetto verso il proprio paese di un gruppo di giovani montefalcionesi. Si è poi presto rivelato essere molto di più. La sorprendente quantità di dati, reperti ed opere la cui storia, se non del tutto dimenticata, aveva finito con l’occupare gli angoli più bui della memoria collettiva, ha reso quasi necessario un tentativo di riappropriazione e rivalutazione. Abbiamo quindi avviato questo nostro lavoro di catalogazione nella maniera che ci sembrava più appropriata: i social media. Lo scopo era semplice: raggiungere e coinvolgere quanto più possibile chiunque si sentisse parte della comunità Montefalcionese o, su più larga scala, irpina.
L’abbiamo considerata una missione personale. Una missione basata non sulla presunzione di voler insegnare, ma sul desiderio di imparare. Insieme.
Il nome la dice tutta: Explore, esplorare. Un’ esplorazione non limitata ne dallo spazio ne dal tempo, così da permetterci non solo un’analisi del territorio montefalcionese ed irpino oggi, ma un vero e proprio viaggio attraverso il passato di queste terre, riscoprendone la storia, le tradizioni e le credenze che hanno contribuito a costruirne l’identità.
ExploreMontefalcione è una promessa. Una promessa al paese, all’Irpinia e a noi stessi, perché si combatta l’oblio che rischia di inghiottire un patrimonio inestimabile e, soprattutto, insostituibile.
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