Monteforte è sempre stato considerato un “paese di passaggio”: è vero ma questo non significa che manchi la bellezza! Anzi! Insieme ne scopriremo un po’ alla volta.
A Monteforte per amore
“Spesso la vera bellezza si nasconde ai più, ma si rivela alle anime elette”. Prendo in prestito questa frase dello scrittore Barraco per introdurre – a chiunque avrà la pazienza di leggermi – Monteforte Irpino. Per onestà devo ammettere a voi tutti che non sono originaria di questo piccolo paese di 12mila abitanti circa, bensì le mie radici sono Lauriniensi o Lauretane se preferite. Tuttavia, Monteforte mi ha “adottata” circa 3 anni fa e da allora ho cominciato a scoprirne i piccoli segreti. Sì, perché Monteforte è un po’ come una bella donna molto timida, che per l’imbarazzo sceglie sempre di essere semplice e poco appariscente. Solo osservandone i dettagli e scoprendone tradizioni e storia puoi renderti conto delle piccole meraviglie che custodisce gelosamente.
Monteforte storicamente è sempre stata considerata una “via di passaggio” verso l’Irpinia, una sorta di cintura protettiva. Il nome “Montis Fortis” allude proprio alle asperità montuose e alla inespugnabilità di queste zone, che durante i secoli sono state baluardo della salvezza del popolo irpino.
Durante la seconda guerra punica, il condottiero Annibale Barca transita proprio per i suoi boschi di ritorno da Capua. Il valico di Monteforte si trova al centro di ben 3 catene montuose: immaginate la pace che proviamo noi montefortesi nel guardarci intorno! Nonostante ciò che l’uomo ha costruito nei secoli siamo sempre circondati e protetti dalla natura. Ecco! Questo è un altro aspetto che prediligo: l’estrema genuinità dei luoghi che si riflette sui suoi abitanti. La Comunità montefortese ha conservato nei secoli l’operosità che caratterizzava i suoi avi, ottimi commercianti.
Tradizione e femminismo
Lo sapete che una delle attività commerciali più diffuse fa lavorare principalmente le donne? Proprio così: tradizione e femminismo! Dalla tavola arriva proprio uno degli elementi distintivi della comunità: le coccetelle montefortesi, impastate rigorosamente con semola di grano duro non rimacinata. A queste si aggiungono i fusilli, simili a lunghi e sottili boccoli di bambola, a cui viene data la caratteristica formula con un esile ferretto: a seguire paccheri e schiaffoncelli. La semola, giunta in paese grazie agli Angioini, veniva lavorata e messa ad asciugare al sole su delle pertiche di legno che catturavano lo sguardo e creavano l’acquolina in bocca a tutti i fedeli napoletani che transitavano nel borgo di Campi di ritorno dal Santuario di Mamma Schiavona a Montevergine.
Da qui il commercio più redditizio delle donne di Campi, attività florida che si è estesa anche al Centro del Paese. Se Monteforte ha l’appellativo di “Paese della Pasta fatta a Mano” un motivo ci sarà! Le nostre “passeggiate virtuali” dei prossimi mesi ci condurranno alla scoperta di tutti quei piccoli angoli di bellezza, visibili e non visibili, che caratterizzano il paese a partire dall’elemento più impassibile e impenetrabile, che da secoli osserva dall’alto della ormai sua unica torre la vita del paese:il Castello di Monteforte. Da esso, ha origine in epoca longobarda l’intero abitato, che man mano ha degradato verso la valle.
Chissà quali vicende si sono consumate tra le sue stanze, quali terribili decisioni hanno preso i suoi abitanti, chissà quali gioie e dolori hanno riecheggiato tra le sue mura! In attesa di scoprire tutto questo insieme a voi, termino per oggi il mio primo di giro di esplorazione ma….non riposate troppo! Presto ripartiremo!
Blogger Monteforte Irpino. Indole da viaggiatrice, dinamicamente pigra e silenziosamente chiacchierona: sono tutto e il contrario di tutto. Lauriniense di formazione ma Montefortese per amore. Tutto ciò che attira la mia attenzione sono solo e soltanto le storie: di qualsiasi tipo esse siano mi ipnotizzano e mi nutrono. Amo proverbi e luoghi comuni: anche se non sono veri racchiudono piccole realtà. Non sottovaluto mai il potere della semplicità: una serie tv e qualcosa di buono da mangiare possono cambiare le sorti di una brutta giornata. Non credetemi quando dico che sono molto timida: in realtà lo sono di più. Laureata in Comunicazione Pubblica e d’Impresa, giornalista pubblicista ma appassionata Avvocata delle cause perse: e che vuoi farci ho sempre il debole per gli ultimi della classifica!
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