“Non vivo per me, ma per la generazione che verrà”. – Vincent van Gogh.
Questo è lo slogan che inculca le giovani generazioni a portare in alto il buon nome della famiglia, in quanto una vita dura una generazione, bensì il buon nome per sempre.
Molte sono le testimonianze di generazioni che vanta il nostro paese.
Intitolata la “terra del torrone”, Dentecane, una piccola frazione posta in salita diviene con gli anni meta per coloro i quali desiderano assaporare quel misto di albume, miele e zucchero, arricchito successivamente con noci, mandorle o nocciole.
‹‹Chi lo assaggia ne resta colpito›› dice Gerardino Garofalo.
In una calda giornata d’agosto, molto vicini al giorno dell’anniversario del pantorrone, risalente al primo agosto 1963, Gerardino racconta con orgoglio a noi giovani la nascita della loro attività. Se in passato quest’ultima corrispondeva ad un semplice hobby soddisfatto solo nel periodo festivo, oggi questa attività è l’anello di congiunzione tra le varie generazioni della famiglia Garofalo. Gerardino ci racconta della loro attenzione maniacale al prodotto e alla continua ricerca dell’innovazione.
Una dimostrazione ne è “Mon amour 68”, un torrone bianco tenero alle mandorle.
‹‹La posizione del nostro torronificio, come quella di tutti gli altri, è da considerarsi strategica, in quanto ha da sempre favorito le nostre vendite›› ribadisce Gerardino.
Il torronificio Garofalo infatti è situato lungo quella che in passato veniva definita “via nova” e che oggi corrisponde a “via Roma”. Lungo questa salita, soprattutto in passato, molti erano i mezzi di trasporto carichi di materie prime dignitosamente Made in Italy.
Ad avere una attenta selezione delle materie prime, che rientrano nell’elaborazione delle proprie ricette, è anche il torronificio Politano il quale si ispira ai sinceri valori di genuinità e vanta le più avanzate tecnologie grazie all’adozione di moderni impianti di produzione.
Oggi come in passato l’utilizzo di materie prime rigorosamente italiane resta, infatti Federico di Iorio, proprietario del torronificio Di Iorio, dice: ‹‹Importante è la conoscenza delle materie prime e l’utilizzo esclusivo di materia prima italiana, quindi mandorla pugliese, miele e nocciole locali.
Così come ci hanno insegnato i nostri avi, noi ieri come oggi continuiamo a produrre torrone secondo le antiche ricette tramandate di padre in figlio››; alla domanda postagli da noi giovani in vista anche di un futuro controllo della stessa azienda da parte dei suoi figli, lui ci risponde: ‹‹Riprenderò le parole di mio nonno, nonno Federico e quelle di mio padre, Vincenzo Di Iorio, e dirò loro che ieri e oggi ancor di più è importante avere cultura per poter essere presenti sul mercato nazionale e internazionale non dimenticando le ricette e tradizioni di famiglia››.
Federico Di Iorio ci racconta che c’è sempre stata una persona in famiglia che senza alcun obbligo, ma spinto da una forte passione, ha continuato l’attività dal proprio genitore. Difatti Federico ribadisce ‹‹Noi abbiamo il torrone nel sangue in quanto è da 7 generazioni o più, che ci tramandiamo questo lavoro di padre in figlio››.
Noi giovani siamo riusciti a percepire, attraverso i racconti dei più piccoli delle famiglie coinvolte in questo ambito, l’amore e la stima che nutrono per i propri genitori. Andrea de Santis, figlio di Ester Nardone la quale insieme a suo padre mastro torronaio Nino Nardone si occupa appieno della gestione e organizzazione dell’azienda, dice: ‹‹Provo orgoglio quando mi trovo al torronificio e i nuovi clienti apprezzano i nostri prodotti. In quegli istanti comprendo che tutta la dedizione e l’impegno di mia madre è appagata e non credo esista sensazione migliore per un figlio!››
Andrea ci racconta che il torronificio Nardone è stato fondato agli inizi del secolo scorso grazie a Federico Nardone, il quale aveva una piccola impresa artigiana in Dentecane dove oggi è situato il torronificio. ‹‹La nostra azienda è suddivisa in tre piani e in ciascuno di essi avviene una fase della nostra produzione. La creazione dei nostri prodotti è supervisionata da mia madre e nel caso del “Pannardone” da mia nonna la quale come tocco finale apporta su di esso il limoncello oppure la strega›› dice Andrea.
Ci racconta inoltre che il loro obiettivo principale è l’innovazione strettamente coordinata alle antiche e preziose ricette che la tradizione artigiana ha saputo conservare negli anni e, con la stessa sapienza di una volta, cercano ancora oggi connubi perfetti che rimangano nella mente dei consumatori.
Il Forum dei giovani di Pietradefusi viene istituito nel 2007 come organo istituzionale di rappresentanza della realtà giovanile del Comune.I nostri eventi hanno come finalità il coinvolgimento dei giovani alla vita pubblica e la promozione della nostra terra.Con Irpinia World, ci auguriamo di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e di far conoscere Pietradefusi, attraverso la sua storia e le sue tradizioni.
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