Cari lettori, a volte si deve cambiare la rotta: ci eravamo lasciati dicendo che vi avremmo parlato della panificazione dei tortani per il 28 aprile, ma dobbiamo rimandare questo racconto al prossimo articolo. E’ finita la stagione estiva, e in questo periodo dell’anno si respira un’aria di malinconia, intrisa allo stesso tempo di speranza…è il momento in cui tutto finisce e tutto comincia. E’ stata un’estate anomala rispetto alle altre, silenziosa per certi aspetti ma, quasi sempre, è nell’assenza che si avverte la presenza.
Ieri, oggi, domani...
Settembre è il mese in cui in tutti i piccoli paesi dell’entroterra si avverte di nuovo quel senso di vuoto e di lontananza. Settembre è un mese sospeso, quello che si vive in una specie di limbo fatto di un passato non troppo lontano e di un futuro ormai vicino. Settembre è “saudade”, termine portoghese che indica quella solitudine romantica in cui si sente la nostalgia per qualcosa ormai passata, ma anche per qualcosa non ancora raggiunta.
La piazza è ormai quasi deserta: non si sentono più i ritmi della tarantella, nè l’odore di uccioli appena sfornati e nemmeno quello di sugo per condire maccaronare, orecchie e prieuti e cecaluccoli. I vicoletti sono vuoti, le finestre e le porte sono chiuse, e non si sente più il vivace chiacchiericcio fatto di ritmi di vita, tra pranzi abbondanti e spensierati. Gli echi della gioia di ritrovarsi insieme dopo un lungo periodo invernale si sono trasformati in sussulti di nostalgia per qualcosa finito di nuovo troppo presto. La vitalità dei giovani lascia ora spazio alla saggezza degli anziani che si godono gli ultimi raggi di sole con l’inverno ormai alle porte. Vivono la quotidianità, ma allo stesso tempo presidiano il futuro.
Se dovessimo descrivere questo questo periodo con una metafora, diremmo che è una conserva alimentare. Perchè in estate si coglie tutto quello che la terra ci offre per assaporarlo al momento, ma anche conservandolo per il periodo meno fertile. Pomodori, melanzane, zucchine. Persone, storie, energie.
E il tempo passa così, fino a quando un nuovo anno ricomicia. E l’anno castelveterese non inizia il primo dell’anno ma nel mese di marzo, quando fervono i preparativi per la Festa del 28 aprile e comincia a ritornare chi se ne è andato. E allora ci si riabbraccia con l’augurio di rivedersi al più presto, per vivere di nuovo insieme quella potenza vitale. “A l’anno chi véne puro”…”Si Dio vòle”.
Blogger Castelvetere sul Calore. L’Ass.ne culturale “La Ripa” prende il nome dal luogo più antico del paese, dove sorge il vecchio castello, per voler richiamare l’obiettivo di “riportare” e rinnovare l’amore per le tradizioni e la cultura di tutti coloro che, vicini o lontani, tengono a cuore le loro origini e del loro paese sentono ancora il vincolo, gli affetti, le memorie.
Abbiamo deciso di aderire al progetto “Irpinia World” perché vogliamo promuovere il patrimonio materiale e immateriale castelveterese e irpino, facendo rete e perseguendo l’obiettivo di “pensare globale e agire locale”.
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