I canti i balli e la musica popolare, da tempo immemorabile hanno costituito un eccezionale mezzo di comunicazione e di socializzazione, anche se, nel contempo, venivano considerati e rappresentavano effettivamente i pochi momenti di divertimento e di svago di vite, che sin dalla prima infanzia, erano dedite solo al lavoro per la sopravvivenza.
Ogni occasione era buona per ballare e cantare, la nascita di un figlio, un matrimonio, la vendemmia, la mietitura, la trebbiatura, le feste religiose, le ricorrenze e persino il decesso di persone care.
Era quasi una regola dichiararsi ad una ragazza tramite la famosissima serenata, forse perché era più semplice farlo, viste le difficoltà che si incontravano a parlare con le fanciulle, tenute rigorosamente sotto stretta sorveglianza di genitori e fratelli fino al matrimonio.
I nostri genitori, quindi la generazione appena precedente agli attuali cinquantenni, cantavano queste canzoni e questi stornelli; recitavano queste filastrocche, canticchiavano queste ninna nanne e pregavano con questi canti religiosi.
Una fuga d'amore
Di notevole interesse è il canto popolare che a Frigento viene comunemente definito “Pampanella”. In realtà non si tratta di un canto unico con la stessa melodia ed i medesimi versi, ma la Pampanella frecentese è una lunga collezione di veri e propri racconti musicati ,di fatti realmente accaduti e personaggi realmente esistiti.
Nelle giornate di lavoro collettivo, trascorse nei campi, i nostri contadini schernivano col canto, le giovani coppie che avevano fatto la fuga d’amore. Fino agli anni 1970, la fuitina aveva lo scopo di mettere le famiglie dinanzi al “fatto” (quello di aver presumibilmente consumato un rapporto sessuale compiuto). A quel punto l’assenso dei familiari diventava inevitabile. Numerose erano le ragazze a cui non era concesso andare sposa col rituale abito bianco, magari perché già incinte, oppure perché sceglievano la fuga d’accordo con la persona amata.
Rari i casi di rapimento brutale, frequenti invece le fughe realizzate col segreto accordo fra i giovani. Le fughe erano imposte o dall’opposizione di una o di entrambe le famiglie all’unione della coppia, oppure dall’impossibilità di far fronte alle spese della cerimonia religiosa, e soprattutto del banchetto nuziale.
Alì nove re maggio
Questo canto popolare frigentino, dedicato alla Vergine del Buon Consiglio, fu composto dalla sig.ra Cipriano Teresa. La sua voce forte e melodiosa sovrastava principalmente la processione della Madonna del Carmine che si svolge il 31 maggio. Il compianto Mario Stanco, organista, diceva che la sua voce copriva il suono dell’organo con tutti i registri aperti.
Il canto colpisce per la sua genuinità, tipica della semplicità e della fede del popolo contadino.
Tra guerra e amore
Questa canzone fu composta dai giovani frigentini durante la seconda guerra mondiale, per canzonare le ragazze.
In quel periodo a Frigento c’erano i soldati polacchi.
Tra lavoro e morte
Canto di mietitura
Gioverì Santo
Quelli precedentemente citati sono solo alcuni dei più noti canti popolari frigentini, essi identificano i valori della tradizione del paese e descrivono una società ormai tramontata ma che rappresenta le nostre origini. E’ importante quindi che le nuove generazioni tramandino queste canzoni poiché non c’è un futuro per un popolo che non conosce la propria storia.
To be continued...
Siamo arrivati alla fine di questo articolo, ma non temete! Se continuerete a seguirci ben presto riavrete la fortuna di immergervi nella bellissima Frigento! ALLA PROSSIMA!
Un blogger Frigentino! Salve lettori, mi presento: mi chiamo Federico Cocchiola ma per gli amici Scrocchiola, ho 18 anni, il mio paese è Frigento e amo la mia terra. Ho deciso di far parte di questo blog per permettere a voi lettori di immergervi in uno dei paesi più belli d’Irpinia. Nel mio comune mi sono impegnato in ogni modo possibile; faccio parte di diverse associazioni: sono, infatti, un volontario della Pubblica Assistenza frigentina nonché il “presidente” del Forum dei Giovani. Cari saluti Scrocchiola
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