Chiesa madre

La chiesa madre di Santa Paolina

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Chiesa madre
Fonte: www.chambres-hotes.it

Nel centro storico del nostro paese abbiamo la presenza della chiesa principale.
Dopo aver analizzato alcuni documenti abbiamo deciso di soffermarci sulle sue origini.
Partiamo col dire che non si hanno documentazioni certe sulla fondazione della chiesa madre di Santa Paolina, come afferma anche il notaio Adamo Santamaria, nell’atto di consacrazione, avvenuto il 16 ottobre 1698, dopo i lavori di restauro.

La storia

Da alcuni atti, riportati di seguito, si rileva che essa sorse come patronato laicale e in investitura Regia.

Archivio di Montevergine, Vol. LXXXIV, fogl. 37

In quest’archivio è presente un atto notarile in cui si parla della parrocchia e della chiesa madre di Santa Paolina, esso veniva stipulato in Montefuscolo (Montefusco), davanti la chiesa di S. Felice all’Auriale, borgo situato tra il bivio Santa Paolina – Torrioni e le mura di Montefuscolo – bivio S. Egidio, ancora chiamato “Casale S. Felice”.

1334 De Lellis, notam., vol. IV bis p.1227

Nell’archivio di Benevento è conservato un antico e voluminoso processo, nel quale vi sono molte presentazioni fatte dalla chiesa arcipretale, ma non vi sono argomentazioni o scritture sulla fondazione; troviamo, invece, documentazioni sulla successione, da parte di Niccolò De Magris, anno 1548, dello Jus Padronato delle chiese di Santa Paolina e S. Nicola De Franchis a Biagio De Magris; ma sembrerebbe che l’antico processo sia andato distrutto dai bombardamenti e dagli incendi sviluppatosi durante la seconda guerra mondiale.

Controllare il volume “ Santa Paolina”, del sacerdote Musto Michele, sulle varie nomine di Abati e arcipreti rettori della Chiesa.

11 Marzo 1591

Prete e Abate di Santa Paolina Don Giovanni Simone Giordano prende possesso della parrocchia, organizzò l’archivio parrocchiale e si operò  a indottrinare la parrocchia e organizzare le confraternite.

Due anni dopo, per i suoi interessamenti verso la collettività, gli fu data l’autorizzazione per costruire l’oratorio, adiacente alla torre civica e di imprimere il suo stemma di famiglia sulla porta centrale della chiesa.

1714 - inventario Orsini foglio 82

Anno 1711 fu nominato sacerdote Don Marcello Santoro, il primo arciprete a essere nominato a Santa Paolina dopo una lunga serie di abati. Preso possesso, compilò l’inventario della chiesa e lo corredò di piante topografiche per ciascun immobile.

In questo inventario vi sono elencati tutti i beni mobili, immobili, azioni, pesi e rendite.

 

 In alcuni documenti del 1716 è stata ritrovata la descrizione del casale di Santa Paolina; è situata in una piazza affiancata da abitazioni, la chiesa madre consiste in una nave coperta a tetti con soffitto di tavole a quadrelli e in mezzo a questa vi è un quadro ad olio con dipinta la madre SS. di Loreto, inoltre, sono qui presenti quattro altari di marmo dedicati a diversi santi, di cui due hanno ornamenti in stucco e gli altri in legno d’orato. Il quadro si trova in prossimità dell’altare maggiore, in cui vi sono dipinti la madre Santissima col bambino in braccio e l’immagine di S. Filippo, Santa Paolina e S. Lucia.

Nella chiesa madre di Santa Paolina sono presenti due confessionali e nella sacrestia sono conservati tutti gli apparati necessari per le celebrazioni.

Spurgo delle sepolture della chiesa madre

Il giorno 25 febbraio 1836 il sig. Intendente di Principato Ulteriore ha fatto eseguire uno spurgo della sepoltura della chiesa madre, il lavoro non fu portato al completo termine, poiché esse iniziarono a emanare fumo (non per causa artificiale), che sarebbe potuto essere pericoloso per le sepolture.
Nel 1838, visto il decreto del 1817, che impediva la sepoltura nelle chiese pubbliche, il sindaco, con l’aiuto del cancelliere fecero colmare di gesso queste ultime; ma due anni dopo la chiesa fu permessa nuovamente la sepoltura, poiché unica chiesa e, in un certo modo, fuori dal centro abitato.

Alla chiesa madre di Santa Paolina furono effettuati alcuni lavori di riparazione, come a esempio, il 2 giugno 1871 fu firmata la delibera per la riparazione della campana mezzana, successivamente vi furono dei per riparare la pavimentazione della sacrestia; il 26 giugno 1885 fu aggiustato l’organo e il 31 dicembre 1889, invece, fu costruito, sotto la sacrestia, un pilastro in tufo.

Autrice: Gina Iandoli

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