
Bentornati!
Irpinia World ci riporta tra i vicoli più antichi di Montefalcione, proprio dove l’antico Sentiero Ripa accedeva al paese.
Da questo lato delle mura di cinta è ancora riconoscibile il tipo di struttura che caratterizzava il nucleo originale del borgo: le abitazioni, infatti, sembrano svilupparsi intorno alla piccola piazza su cui si apre Porta Ripa II, quasi a volerla difendere. Era qui che si svolgeva la vita quotidiana dei primi, veri montefalcionesi. Un numero esiguo di persone le cui attività quotidiane erano tutte indelebilmente legate alla vita del castello.

Il Castello
Ed eccola, finalmente, la nostra roccaforte. Come un filo d’Arianna che ci lega al nostro passato, svincolandosi tra i secoli, tiene unite le storie di tutti i montefalcionesi, passati, presenti e futuri. Almeno finche’ questo gigante di pietra rimarrà in piedi.

Una delle originali torri divenne dimora gentilizia già nel sedicesimo secolo e in seguito abitazione comune; tale è rimasta da allora. Il resto della struttura, a base quadrangolare, ha subito i colpi inferti dal tempo, tramutandosi in macerie o sparendo del tutto. Le altre torri, tre si racconta, hanno da lungo tempo smesso di esistere e sono scivolate fuori dalle pagine della storia fino a dissolversi dalla memoria comune del paese: nessuno, ormai, ricorda più dove fossero collocate di preciso.
L’area ad oggi abitata, però, sotto strati d’intonaco e vernice, conserva le stesse mura del primo giorno di vita di questa struttura. A mettercisi di fronte e fissarlo, il castello, ci si sente ricambiati dallo sguardo, severo e silenzioso, di questo gigante, che ha visto il paese nascere e crescere; le generazioni alternarsi, viverci all’interno o festeggiarci intorno. Sopravvissuto a chi ha conosciuto questa collina prima della sua esistenza, il castello è stato testimone silenzioso dell’intera storia del paese.
Si pensa sia stato costruito dai Longobardi, nel 1120, ma nel 1150 era già passato ai Normanni, il che lascia intuire in quali tumultuosi tempi fosse sorto. Torgisio di Montefalcione viene annoverato tra i primi proprietari, seguito nei secoli da nomi illustri quali il marchese Antonio Poderico e, ancor più tardi, Giovan Battista de Tocco, conte di Montemiletto.


Una serie di scalini, stretta tra le pareti delle abitazioni, porta al retro della costruzione. cui si accede solo su permesso degli abitanti. L’area è piena di orti terrazzati , circondati da vegetazione naturale che si insinua in ogni angolo. Arrampicandosi verso l’alto, seguendo l’inclinazione della collina, si arriva a quel che resta della parte posteriore del castello: brandelli di mura crollate in tempi remoti e mai più ricostruite. Da qualche parte, qui, esistevano delle cisterne utilizzate dai soldati quando questa parte della struttura era ancora funzionale.
E’ tardi ormai per risalire all’esatta forma del Castello. La roccia che un tempo apparteneva ai conti e ai principi proprietari del castello è tornata ad appartenere alla collina. Un giorno il castello sarà solo un ricordo. Poi scivolerà via anche dall’ ultima memoria; ma per ora è ancora qui, a fissarci silenzioso e a raccontarci la lunga storia del paese, più longevo e saggio di tutti i montefalcionesi.
Articolo a cura di Davide Lepore di Explore Montefalcione
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L’abbiamo considerata una missione personale. Una missione basata non sulla presunzione di voler insegnare, ma sul desiderio di imparare. Insieme.
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