San Martino, Vescovo di Tours, non è mai stato a Monteforte Irpino ma da secoli il suo culto ha dato vita ad una tradizione così radicata in paese tanto da dedicargli una chiesa e un palio secolare…
San Martino e la sua Chiesa montefortese
Rientrando a casa di sera e percorrendo la Nazionale in macchina, spesso rimango incantata dalla vista del poggio dove sorge la Chiesa di San Martino. L’atmosfera mi richiama sempre in mente la sigla della serie tv di Paolo Sorrentino “The New Pope”. A guardia dell’intero paese una imponente struttura ai cui piedi spicca una ipnotica croce rossa al neon che sembra squarciare il buio.
Un sabato pomeriggio sono arrivata fin lassù col mio fidanzato con l’intenzione di rubare qualche scatto interessante. Così la mia mente ha iniziato a vagare. San Martino è probabilmente una delle Chiese più antiche di Monteforte – alcune fonti storiche fanno risalire già al 1308/1310 la presenza di quest’edificio sul territorio – anche se inizialmente era dedicato ad un altro Santo, probabilmente San Nicola.
L'"arrivo" del Santo in Paese
Due sono le versioni sull’”arrivo” del Santo di origini ungheresi a Monteforte: la prima racconta che il culto del Vescovo di Tours prende prepotentemente piede in Paese nel 1250 circa, quando Guido di Monfort ottiene il feudo dal Re francese Carlo D’Angiò.
Un’altra ipotesi molto interessante invece ci porta ancora più indietro nel tempo e precisamente al V secolo, periodo in cui il Vescovo San Paolino da Nola fece conoscere alla popolazione locale la storia del Santo protettore dei vendemmiatori, dei cavalieri e dei mendicanti. San Martino infatti è una delle figure più traversali della cristianità. Venerato da cattolici, ortodossi e copti è noto per aver condiviso durante la notte di un rigido inverno nel 335 il suo mantello con un mendicante seminudo. A lui sono state dedicate un gran numero di Chiese in Europa ed è patrono di almeno un centinaio di paesi e cittadine italiane tra cui per l’appunto Monteforte.
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Il "Palium Sancti Martini"
Nel 1109 Guglielmo di Monteforte, detto il Carbone, signore normanno del Castello, organizza dei festeggiamenti in onore del feudatario Roberto di San Severino in visita nel suo feudo.
Ciò avviene proprio in occasione della festa in onore del Santo: nasce così il “Palium Sancti Martini”. Le 7 contrade del Paese – Gaudium, Borgo, Pronella, Molino, Loffredo, Bottai, Taberna – caratterizzate dal proprio stemma e dai propri colori si sfidano a suoni di giochi. Tra questi la caratteristica corsa “ro truocchio e r’a copella” in cui le donne del paese correvano con in testa un recipiente di legno colmo d’acqua ed un fazzoletto sistemato a forma di tarallo per proteggere il capo. Da qui la tradizione ancora attuale di riproporre il Palio ogni anno.
Come nasce una tradizione
Folclore, colore, schiamazzi e sorrisi che interrompono il grigiore della quotidianità, che rappresentano l’evasione e il richiamo a quanto gli antenati montefortesi perpetravano secoli addietro. Questa è la base della storia, della tradizione e del legame con il proprio territorio non è vero? La vita di un tempo che fu riecheggia nelle strade, nei toponimi, nelle Chiese, come quella di San Martino. Danneggiata più volte nei secoli a causa di terremoti ed eventi atmosferici, è sempre risorta dalle sue ceneri grazie all’amore dei suoi paesani.
San Martino nella vita dei montefortesi
La Statua di San Martino lì presente, datata 1751, ha visto crescere e passare generazioni e generazioni di montefortesi sempre con sguardo amorevole. Tutti coloro che conosco hanno almeno un piccolo ricordo piacevole legato a quel luogo. Chi vi ha ricevuto un premio per una competizione scolastica, chi si recava a giocare nello spiazzale antistante la Chiesa, chi vi si rifugiava in cerca di pace. Da quel sabato pomeriggio in cui mi sono inerpicata fin lassù un bel ricordo lo conserverò anche io.
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Blogger Monteforte Irpino. Indole da viaggiatrice, dinamicamente pigra e silenziosamente chiacchierona: sono tutto e il contrario di tutto. Lauriniense di formazione ma Montefortese per amore. Tutto ciò che attira la mia attenzione sono solo e soltanto le storie: di qualsiasi tipo esse siano mi ipnotizzano e mi nutrono. Amo proverbi e luoghi comuni: anche se non sono veri racchiudono piccole realtà. Non sottovaluto mai il potere della semplicità: una serie tv e qualcosa di buono da mangiare possono cambiare le sorti di una brutta giornata. Non credetemi quando dico che sono molto timida: in realtà lo sono di più. Laureata in Comunicazione Pubblica e d’Impresa, giornalista pubblicista ma appassionata Avvocata delle cause perse: e che vuoi farci ho sempre il debole per gli ultimi della classifica!
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