Continua la nostra passeggiata tra le contrade del Palium Sancti Martini. Oggi nel quartiere della Portella chiariremo un dubbio che Francesco Scandone ha lasciato ai posteri: si dice Pronella o Portella? Infine parleremo del culto della Madonna del Carmelo e dei Battenti che anima questa piccola frazione.
Passeggiando a piedi alla Portella
Cosa fare quando il tempo non ti accompagna? Bisogna fargli capire che non ti ha scoraggiato! Così , zaino in spalla, qualche giorno fa ho intrapreso la salita ai piedi del Borgo – se vuoi saperne di più clicca qui – e sotto una pioggerella di fine estate, mi sono recata alla Portella. Si tratta di un piccolo quartiere abbarbicato sul pendio alla cui sommità poggia il Castello. Una piccola bomboniera, fatta di palazzi storici, viottole in pendenza e stradine strette in cui ci sono edifici che testimoniano lo scorrere inesorabile del tempo. Sarà che passeggiare schiarisce le idee e calma gli animi, sarà che questo posto sprigiona un senso di pace, ma devo ammettere che quassù si sta molto bene! Ma scopriamo qualcosa di più rispetto a questo delizioso caseggiato, che negli anni continua a mantenere un fascino oserei dire medievale.
Il Palio: Pronella o Portella?
Tenendo sempre presente l’iconografia del Palium Sancti Martini – se vuoi saperne di più clicca qui e qui – una delle 7 contrade che rientra nel novero delle fazioni partecipanti recava il nome di “Pronella” e non “Portella”. Secondo il Prof. Montefusco ciò è dovuto ad un errore interpretativo fatto dallo storico Francesco Scandone. Egli, ricercando le origini del paese di Montis Fortis, si era imbattuto in una pergamena longobarda del 981 recante la scritta “locus pronella in abellinense finibus” ovvero “il luogo Pronella ai confini di Avellino”. Il toponimo Portella, che appartiene al luogo in cui mi trovo oggi, sembra insomma aver tratto in inganno l’illustre studioso arrivando fino al momento in cui si è svolta la riorganizzazione del Palio stesso.
Ma perchè parliamo di Portella? L’ipotesi più accreditata è quella del compianto Carmine Santulli. Quest’ultimo ricorda nel suo “Storia del Territorio” che la “Portella” sorge molto vicina ad alcuni sentieri che attraverso alcune piccole porte – ecco il termine “Portella” o “Portelle” – consentivano di attraversare la cinta muraria del Castello e di avvicendarvisi all’interno.
L'antica Portella
Sembra che la Portella sia una delle zone di Monteforte anticamente più abitate, visto che era attraversata da ben due sorgenti d’acqua. A confermare questa ipotesi il ritrovamento di alcune anfore di datazione molto antica. Inoltre, durante il periodo medievale, il quartiere era ubicato lungo una strada che la collegava a Forino: questo stava a significare molto probabilmente che i feudatari di Monteforte lo tenevano sotto il loro giogo, pretendendo anche il cosiddetto “Fodro”. Esso altro non era che una tassa in natura – solitamente cibo o foraggio – che i cittadini dovevano al loro Signore per il sostentamento di truppe e cavalli.
La Chiesa della Portella: un piccolo gioiello
Ciò che però attrae maggiormente lo sguardo è tuttavia il fascino discreto di una minuscola Chiesa, che si trova nella parte più alta del quartiere. Faccio riferimento all’edificio dedicato al culto di Maria SS del Carmelo. Ad unica navata, con un magnifico coro ligneo intersiato ed una cripta le cui origini risalgono probabilmente al 1300, la Chiesa della Portella è, a mio avviso, uno dei tesori più sbalorditivi di Monteforte. Nonostante le sue incerte origini – già nel 1650 veniva definita “antica” – è un piccolo scrigno di bellezza per la sua atmosfera intima – possono entrarci davvero poche persone alla volta – sia per il gusto con cui è adornata.
La Madonna del Carmelo e i suoi Battenti
La Chiesa della Portella tuttavia è molto nota per un altro motivo. Essa ogni anno – eccetto purtroppo questo – il 16 luglio ospita i “Battenti” o “Vattienti”. Proprio in epoca medievale, si soleva “mortificare la carne” per ottenere il perdono divino. La tradizione di infliggersi pubblicamente dolore diventa in questo secolo non più una preorgativa monastica, bensì del popolo tutto. Partendo dai riti della Settimana Santa, i Battenti hanno nel corso dei secoli, concentrato le loro ritualità in favore di un Santo Protettore in particolare. In Campania abbiamo una nutrita schiera di cerimonie del genere: pensate ai Battenti di Madonna dell’Arco, a quelli di Guardia Sanframondi, di Minori e, ritornando alle nostre zone, a quelli di Visciano, di Mugnano del Cardinale, Altavilla Irpina, Manocalzati e Montefredane.
In Irpinia,i battenti di Monteforte, sono caratterizzati per un folclore più contenuto, meno esibito rispetto alle altre manifestazioni, ma vantano un primato storico importante. Secondo un documento del 1630, l’altare dedicato ai Battenti era amministrato da una confraternita gestita da due Maestri, grazie ai quali il culto godeva di una propria autonomia. Poter avere una propria voce in capitolo del resto è sempre stata una prerogativa ben apprezzata!
I Battenti oggi
I Battenti in epoca attuale traggono molto spunto dal vicino culto di Santa Filomena a Mugnano (per saperne di più clicca qui). La manifestazione consta di un lungo e composto corteo di adoranti scalzi, che partono da Avellino con il tipico abbigliamento che caratterizza tutti i battenti – pantalone/mutandone bianco e fasce rosse attorno ai fianchi e al petto – e in religioso silenzio si incamminano alla volta di Monteforte. Giunti in paese si raccolgono delle offerte floreali che i partecipanti portano fino alla Chiesa della Portella, dove si celebra la Messa.
Il silenzio, la meditazione, la devozione: tutto si fonde in quei momenti dove la comunità si incontra e si scopre unita, forte. La tradizione e l’amore per essa è davvero il ponte che unisce passato e presente e ci proietta verso il futuro. Senza le nostre radici non abbiamo nulla, non siamo nulla. E’ bene sempre tenerlo a mente. Sotto la pioggia, con i miei pensieri ben stretti nei pugni, me ne ritorno a casa, felice di aver soddisfatto anche oggi la mia curiosità, di essermi nutrita di notizie sulle radici del paese che sta diventando la mia casa.
N.d.r. Domenica 27 settembre scorso, a causa di un violento nubifragio, sia la Portella, che una buona parte della cittadina di Monteforte ha subìto ingenti danni. Auguro alla nostra comunità di riunirci in un rinnovato spirito comunitario e di risollevarci presto da questo evento disastroso. Forza Monteforte!
Blogger Monteforte Irpino. Indole da viaggiatrice, dinamicamente pigra e silenziosamente chiacchierona: sono tutto e il contrario di tutto. Lauriniense di formazione ma Montefortese per amore. Tutto ciò che attira la mia attenzione sono solo e soltanto le storie: di qualsiasi tipo esse siano mi ipnotizzano e mi nutrono. Amo proverbi e luoghi comuni: anche se non sono veri racchiudono piccole realtà. Non sottovaluto mai il potere della semplicità: una serie tv e qualcosa di buono da mangiare possono cambiare le sorti di una brutta giornata. Non credetemi quando dico che sono molto timida: in realtà lo sono di più. Laureata in Comunicazione Pubblica e d’Impresa, giornalista pubblicista ma appassionata Avvocata delle cause perse: e che vuoi farci ho sempre il debole per gli ultimi della classifica!
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